RESPONSALIBI

07.01.2025

No non si tratta di un refuso, né di un errore disortografico di un bambino. Chiamatelo neologismo, o invenzione, questa parola descrive un'abitudine molto diffusa nel mondo del lavoro, della #VENDITA, (e non solo) in netta contrapposizione alla consapevolezza delle proprie azioni e delle proprie scelte che induce all'assunzione di #RESPONSABILITA'. Già, si tratta esattamente di questo: della costante ricerca di cause esterne per non essere riusciti a raggiungere un risultato, un #TARGET o un #OBIETTIVO, per non aver terminato nelle scadenze un progetto, o semplicemente per non voler ammettere un proprio errore. L'etimologia della parola non mente: se il Responsabile infatti è abile a RISPONDERE, i Responsalibi ribattono trovando scuse e anche qui il latino ci soccorre, da ex caso, tirarsi fuori da una causa, o da una colpa. Parlano di colpe e non di coscienza del fare, e l'atteggiamento è costantemente in difesa del loro lavoro, che spesso neanche apprezzano. Anzi si lamentano, perché non hanno ottenuto la promozione che spettava loro, perché il lavoro è pesante e le cose non funzionano, perché lo stipendio è basso, e, se sono nel #MANAGEMENT, giustificano gli errori di scelte avventate, di comunicazione non all'altezza, con lo scarso impegno dei collaboratori, con gli eventi del mercato o del fato avverso, insomma con una serie di superficialità che risultano grottesche e caricaturali. Assumersi responsabilità, soprattutto dei propri fallimenti, è difficile certo, e allo stesso modo alleggerisce e indirettamente libera la tanto nominata e bistrattata leadership, generando fiducia in chi coopera con noi. La costanza nel cercare #ALIBI. Decisamente no, non va in questa direzione. È necessario certo fare una distinzione tra alibi e interruzione dovuta ad urgenza, quella che non si può anticipare. In questo caso si apre la forbice tra chi sa reagire e chi ancora meglio sa proagire, e chi invece subìsce l'evento, additando costantemente questo come motivo dei mancati risultati. Riconoscere le proprie #VULNERABILITÀ, spesso erroneamente scambiate come debolezze, elimina il benessere temporaneo della Giustificazione, e valida la costanza della consapevolezza. 

Chi avrà più successo? Il venditore che dà la colpa dei suoi insuccessi all'organizzazione per cui lavora, o quello che accetta la situazione, vede quali sono i fattori su cui può agire, traduce in azione e evidenzia poi all'organizzazione l'area di miglioramento per metterlo in condizione di lavorare al #TOP?

Risposta Scontata? Sì forse sì. O Forse poi se ci guardiamo intorno (e anche dentro) neanche così tanto.